Probiotici: il benessere inizia dal microbiota

I Probiotici sono una continua sorpresa e rivelazione nell'ambito della ricerca scientifica. Tantissime ormai le pubblicazioni e gli studi che si occupano del microbioma, sia intestinale che di altri distretti, dimostrando il ruolo e le potenzialità dei probiotici nelle malattie extraintestinali. Evidenze scientifiche dimostrano che il microbiota possa esercitare effetti benefici, soprattutto azione antinfiammatoria, in diverse patologie in siti anche distanti dalle nicchie in cui esso risiede.

Probiotici e Osteoporosi

La formazione delle ossa è un processo molto complesso che richiede l'interazione dei sistemi immunitario, ormonale e neuronale. L'osteoporosi primaria è riconducibile al sanno osseo associato al sistema ormonale, direttamente collegato a risposte infiammatorie regolate in modo errato. Come ci possono aiutare i probiotici? I probiotici possiedono un dimostrato potenziale anti-infiammatorio che può indurre la produzione di chitochinecon azione di immunosoppressore, che attivano la popolazione regolatrice dei linfociti T e riducono la formazione di osteoclasti, con conseguente protezione dell'integrità ossea. In caso di carenza di estrogeni sono diversi i  ceppi che hanno messo in luce la capacità di contrastare gli effetti dannosi del deficit ormonale: Lactobacillus helveticus, L. reuteri e L. rhamnosus ad esempio. Gli effetti benefici non riguardano solamente la popolazione femminile, studi clinici ne dimostrano gli effetti benefici dei probiotici sulle malattie ossee anche nell'uomo.

Probiotici e Disturbi dell'umore

I Disturbi dell'Umore e del comportamento possono essere causati da uno squilibrio chimico nel cervello e sono direttamente collegati ai livelli plasmatici di corticosterone e alla deregolazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene. La neuroinfiammazione e l'autoimmunità provocano l'insorgenza della malattia di Alzheimer, della sclerosi multipla, del morbo di Parkinson, interrompendo la barriera emato-encefalica o inducendo morte neuronale. Gli antidepressivi o gli ansiolitici convenzionali hanno considerevoli effetti collaterali, mentre gli attuali interventi terapeutici contro le malattie neurodegenerative hanno un'efficacia terapeutica limitata. Quale ruolo potrebbero ricoprire i probiotici in questo ambito? Studi clinici dimostrano una riduzione dell'infiammazione e dello stress ossidativo dopo l'assunzione di probiotici con esiti clinici positivi su pazienti con disturbo depressivo. Altri studi dimostrano l'effetto benefico su pazienti con sindrome da stanchezza cronica, una malattia con ampio spettro di manifestazioni, molte delle quali correlate alla composizione e alla funzione del microbiota intestinale. Gli studi hanno anche già dimostrato che il consumo di probiotico può aiutare a proteggere gli individui predisposti ad ansia e depressione cronica. Specifici ceppi di probiotici hanno mostrato, infatti, proprietà antinfiammatorie che potrebbero riflettere la normalizzazione delle risposte ormonali ed avere effetti benefici sui disturbi dell'umore. Come utilizzare i probiotici? Ovviamente non in sostituzione di una terapia farmacologica personalizzata, ogni caso va valutato da medici e specialisti. L'assunzione di Proiotici da parte di soggetti sani durante periodi di stress può donare effetti benefici, grazie alle loro proprietà ansiolitiche.

Probiotici e Salute della pelle

L'interazione di segnalazione ormonale, neuronale e infiammatoria ha un grande impatto sulla salute della pelle. L'acne ne è un esempio essendo una condizione correlata all'infiammazione neurogena della pelle che ne altera la funzionalità e la sopravvivenza dei mastociti e induce la produzione di fattori vasodilatatori e proinfiammatori. Non a caso acne e stress sono strettamente correlata, ovvero l'acne peggiorano nelle situazioni di forte stress: 'aumento della secrezione di prolattina determina la proliferazione dei cheratinociti e la produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee. Allo stesso modo l'insorgenza di malattie cutanee autoimmuni come la psoriasi, o i disturbi allergici come la dermatite atopica sono correlate all'infiammazione cronica e alla degranulazione dei mastociti. Gli attuali approcci terapeutici sono spesso faticosi o di scarso effetto, per questo motivo in questo ambito la ricerca si sta concentrando sempre più sul ruolo dei batteri probiotici concentrandosi in particolare sui ceppi con proprietà antinfiammatorie. Alcuni ceppi probiotici proteggono i cheratinociti dallo stress ossidativo o induco la riepitelizzazione cutanea svolgendo un'azione fondamentale per ferite non cicatrizzanti, problematica che rappresenta una minaccia soprattutto per i soggetti diabetici, anziani, obesi o in caso di pazienti con ferite da ustione cronica. La loro efficacia è dimostrata anche nella prevenzione dell'invecchiamento cutaneo che è caratterizzato da un aumento del pH, dello stress ossidativo e dell'attività della metalloproteasi della matrice che inducono alla formazione di rughe, disidratazione e decolorazione.